Calenzano 23 Aprile 2020
Caro Marciatore ,
quest'anno la Marcia di Barbiana non ci sarà a Maggio e questo un po' ci manca perché il nostro Gruppo don Lorenzo Milani di Calenzano è sempre stato presente fin dalla prima Marcia del 2002.
Stare in casa per tutelare la salute di tutti è una necessità, ma è anche un'ottima occasione per osservare il mondo che ci circonda e sviluppare delle riflessioni.
- Come Associazione, seguendo l'esempio di Don Lorenzo, la nostra principale preoccupazione è l'educazione. Di questo ci piace parlare e riflettere e crediamo che l'istruzione non sia un voto in pagella, ma il mezzo di espressione delle potenzialità dell'individuo e per questo certi discorsi sulla scuola, vista come poco più di un parcheggio (1) per permettere ai genitori di andare a lavoro, ci vanno di traverso. -
Nel ricordare quanto don Lorenzo,oltre al Vangelo, tenesse a cuore la nostra Costituzione, (la prima scrittura collettiva),crediamo che i Padri Costituenti sia nell'art.34 ..”La scuola è aperta a tutti…… .” ed ancor più nell'art.3 …”E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli …..che,limitando di fatto la libertà e la eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana …. “ , vedessero nella Scuola uno dei pilastri della nostra Società.
Don Lorenzo regalò a Mario e Luana, su una copia di Lettera a una professoressa, la dedica: “ I ragazzi della scuola di Barbiana con affetto ai ragazzi della scuola Rosi” (a) e noi Allievi, Soci e Volontari continuiamo ancora oggi, ad aiutare molti ragazzi nel loro percorso scolastico per essere un domani Persone responsabili dotate di pensiero autonomo e critico.
Cittadini sovrani,cioè consapevoli dei Diritti e dei Doveri sanciti dalla Costituzione ! Ricordiamocene perché la pandemia sta acuendo e scavando un solco sempre più profondo dentro il quale gli ultimi rischiano sempre più di finirvi seppelliti.
La piramide (pag.36 di Lettera a una professoressa) mostra bene quanti erano allora gli esclusi e forse oggi è ancora peggio e se vogliamo che la scuola non sia “un ospedale che cura i sani e respinge i malati”, questo è il momento di aprire uno spazio virtuale dove chi ha a cuore la Scuola, possa contribuire con le proprie IDEE a realizzare la:
- Marcia di Barbiana 2020.-Virtuale-*
.
NOTE:
1) ….omissis..” ..tengo, oltre alla scuola serale per i giovanotti, anche una scuola pomeridiana per i bambini. Quest'ultima funziona ininterrottamente d'estate e d'inverno e perfino la domenica e non è che un di più perché i bambini vanno anche alla scuola comunale.” …,omissis…” O se mi basta affacciarmi alla finestra della scuola per vedere nel bosco,sul poggio di fronte al mio,un uomo a badar maiali. Un uomo adulto e sano perso in questo che è il più stupido e garzonesco dei lavori solo perché i suoi due ragazzi possan venir qui da me a imparare quel leggere e scrivere che lui conosce appena e che loro invece ricevono anche di mattina!” da pag.309 di Esperienze Pastorali. (Babbo bada i maiali per mandare i figli a scuola per renderli poi Cittadini ! ndr)
a) La foto della dedica autografa la troverete nelle FOTO di questo sito.
* Virtuale come Virtù per INCLUDERE e affinchè le tante Energie di Idee possano iniziare a Marciare tutte insieme, ognuno lasci il proprio contributo cliccando sul pulsante:
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GRAZIE e borraccia piena !!!
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AVVISO:
La Marcia di Barbiana 2020- virtuale- partirà domenica 17 Maggio e si protrarrà per più domeniche.
Il programma dettagliato verrà reso disponibile quanto prima.
GRAZIE !!!
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Grazie
Uno spazio dove siamo liberi di usare non solo le gambe, ma anche il cervello. Buon viaggio a tutti. Edoardo
Grazie agli organizzatori !
Quindi feci un disegno che ritraeva la mia vista dalla finestra e colorai di celestino i monti lontani. Tutto emozionato lo mostrai alla maestra fiducioso che mi avrebbe lodato per il mio disegno magnifico.
Mi disse sbrigativa e risoluta che i monti non erano celestini, casomai erano verdi o marroni. Rimasi in silenzio, dispiaciuto. Come potevo replicare all'Autorita' della Sig.ra Maestra? Ci sarebbero voluti forse altri dodici anni per poterle rispondere :" Sig.ra Maestra, le montagne viste in lontananza, se lei le osserva bene, sono talvolta come avvolte da una luce diffusamente azzurrina. Oggettivamente celestina. Come é possibile scoprire anche notando gli sfondi paesaggistici di molti quadri dei maggiori pittori del Rinascimento Italiano. "
Verso dicembre eravamo già in grado di scrivere le prime parole e dopo alcuni mesi ci fu chiesto di scrivere un Pensierino :" È un giorno di pioggia. Descrivi cosa fai ".
Scrissi :" Quando piove mi annoio. Aspetto che smetta e poi vado fuori con gli sciantilli' ( gli stivali) perché mi diverto a camminare nelle pozzanghere."
Qualcosa del genere, scrissi. Ma con mia grande meraviglia il mio Pensierino non venne letto a voce alta alla classe. Come io ero sicuro che sarebbe avvenuto, dal momento che mi pareva di aver composto proprio un Pensierino ganzo, che avrebbe suscitato l'entusiasmo di tutti i miei compagni di classe.
Invece fu letto a voce alta il Pensierino scritto da Cristina, che era la figlia di un altra maestra. Nel suo testo veniva descritta una via di città lucida di pioggia dove si muovevano come ballando i cento colori diversi di innumerevoli ombrelli di ogni misura. Il traffico incolonnato di auto e filobus rallentato dalle gocce d'acqua battenti in un rumoroso ticchettio.
Lo scritto di Cristina era molto più lungo del mio e c'erano parole nuove e aggettivi mai sentiti prima.
Sicuramente era stato più giusto leggere ad alta voce il suo.
Però, mi chiesi perché mai non fosse stata degna di nota quella strada sterrata piena di bellissime pozze che avevo fatto vedere io.
Piano piano abbinai l'Autorita' della Maestra al POTERE. Un potere dove ciò che avevo da esprimere io non aveva valore. Fu così che decisi di " rendermi invisibile" cioè dare meno nell'occhio alla vigilanza del POTERE. Rispondevo solo se interpellato direttamente. Non alzavo mai la mano per mettermi in luce.
Naturalmente parlavo in continuazione con i miei compagni. Fui accusato per questo di " chiacchierare troppo ".
Era già chiaro che privilegiavo il rapporto con i miei colleghi rispetto al non-rapporto con quella Sig.ra vociante seduta alla cattedra.
È stato solo in prima media che trovai nella mia insegnante di Lettere, Latino e Storia una persona che mi ascoltava con interesse sincero, come faceva nei confronti di tutti, anche dei più timidi.
Si chiamava Maria Probati Procacci (detta Flora). Ci fece scoprire il Mondo.
Ci raccontò che fra i suoi amici e compagni di Università c'erano stati, indimenticabili, Carlo e Nello Rosselli che i sicari di Mussolini assassinarono a Parigi. Ci raccontò anche che suo figlio Giuliano (che in seguito sarebbe diventato lo storico Giuliano Procacci) se ne andò a soli diciassette anni con una formazione partigiana di Giustizia e Libertà sui monti del Bellunese.
Ci raccontò la Storia non solo come una infinita serie di date e nomi di generali e imperatori da ricordare, ma come epoche in cui cambiavano le condizioni di vita delle classi sociali di pari passo ai cambiamenti tecnici, economici, culturali e militari. La Storia come esperienza di vita delle persone.
Ci insegnò a esprimerci e a scrivere in Italiano correttamente e senza fronzoli facendoci leggere e interpretare l'Iliade, l'Odissea e tradurre dal Latino Ovidio.
Ci fece capire l'importanza di formulare pensieri soggettivi e originali che ci con sentissero di entrare in relazione gli uni con gli altri senza voler prevaricare nessuno. Ma nel rispetto delle reciproche opinioni.
Basta una persona a salvarti la vita. La strada a fare esperienze. Una buona causa per battersi (senza violenza) e dare un senso a quella vita che qualcuno ti ha aiutato ad affrontare.
Andrea.
e i ragazzi e le ragazze di Barbiana.
Con Edoardo, "la Rete delle Consulte dei genitori del Mugello", "i Comitati Genitori promotori della rete di scuole per la partecipazione", siamo comunque in marcia...
I care
I care
Buon cammino a tutti da Milano
OGGI PIU' CHE MAI
I CARE
anche se solo virtualmente. Per ricordare il priore e i suoi insegnamenti. A Barbiana c'è un'eredità di valori un prezioso tesoretto morale a cui continuare ad attingere...Saluto il priore così !
Affinati titola la prefazione: L’eguaglianza delle posizioni di partenza- mentre De Mauro conclude:.....”Una scuola che rispetti l’articolo 3 ......e non crei più disparità,ma agevoli la comune partecipazione alla formazione delle classi dirigenti.”
Col biro ho cancellato le ultime due parole ed ho scritto- delle persone.
Se la Scuola la paragoniamo ad un campo da arare e seminare in attesa del futuro raccolto si capisce bene il compito del contadino-insegnante in quale parte del campo dedicare le proprie energie.
Buona borraccia a tutti !
we care
Grazie a tutti voi per questa bellissima idea della marcia di idee e un saluto carissimo agli amici alievi di don Lorenzo che ho potuto conoscere e far conoscere grazie a Danilo Bertani!
Impegno rispettato. Aldo
Grazie
Ricordiamoci che "la disoccupazione rappresenta una palla al piede per la classe operaia".(da Esperienze Pastorali). Voglio anche sperare che un tempo non troppo lontano si possa celebrare una festa per l'abbattimento dell'ignoranza, causa principale che ci fa rimanere sudditi invece di cittadini sovrani.
Sono una studentessa del quinto anno di Liceo e questo anno mi sono resa conto dell`inadempienza della scuola su molti fronti: a partire dal semplice ma non banale leggere la realtà che viviamo ogni giorno. La scuola è diventata estremamente burocratica ed è inutile negare che questo renda tutti un po` più freddi e meno empatici. Pieni di cose da fare, alunni e professori si dimenticano dell`aspetto più importante: la relazione. È su di essa che si costruiscono le basi per apprendere e acquisire le famose "soft skills" di cui oggi tanto si parla.
Basti pensare a quanto un rapporto conflittuale con un professore possa intaccare l`andamento scolastico di uno studente. Allora ecco, io credo che l`aspetto su cui lavorare sia imparare ad osservare e a stare insieme prima ancora che quantificare il rendimento di alunni e professori!
Sono una studentessa del quinto anno di Liceo e questo anno mi sono resa conto dell`inadempienza della scuola su molti fronti: a partire dal semplice ma non banale leggere la realtà che viviamo ogni giorno. La scuola è diventata estremamente burocratica ed è inutile negare che questo renda tutti un po` più freddi e meno empatici. Pieni di cose da fare, alunni e professori si dimenticano dell`aspetto più importante: la relazione. È su di essa che si costruiscono le basi per apprendere e acquisire le famose "soft skills" di cui oggi tanto si parla.
Basti pensare a quanto un rapporto conflittuale con un professore possa intaccare l`andamento scolastico di uno studente. Allora ecco, io credo che l`aspetto su cui lavorare sia imparare ad osservare e a stare insieme prima ancora che quantificare il rendimento di alunni e professori!
Sono una studentessa del quinto anno di Liceo e questo anno mi sono resa conto dell`inadempienza della scuola su molti fronti: a partire dal semplice ma non banale leggere la realtà che viviamo ogni giorno. La scuola è diventata estremamente burocratica ed è inutile negare che questo renda tutti un po` più freddi e meno empatici. Pieni di cose da fare, alunni e professori si dimenticano dell`aspetto più importante: la relazione. È su di essa che si costruiscono le basi per apprendere e acquisire le famose "soft skills" di cui oggi tanto si parla.
Basti pensare a quanto un rapporto conflittuale con un professore possa intaccare l`andamento scolastico di uno studente. Allora ecco, io credo che l`aspetto su cui lavorare sia imparare ad osservare e a stare insieme prima ancora che quantificare il rendimento di alunni e professori!
Sono una studentessa del quinto anno di Liceo e questo anno mi sono resa conto dell`inadempienza della scuola su molti fronti: a partire dal semplice ma non banale leggere la realtà che viviamo ogni giorno. La scuola è diventata estremamente burocratica ed è inutile negare che questo renda tutti un po` più freddi e meno empatici. Pieni di cose da fare, alunni e professori si dimenticano dell`aspetto più importante: la relazione. È su di essa che si costruiscono le basi per apprendere e acquisire le famose "soft skills" di cui oggi tanto si parla.
Basti pensare a quanto un rapporto conflittuale con un professore possa intaccare l`andamento scolastico di uno studente. Allora ecco, io credo che l`aspetto su cui lavorare sia imparare ad osservare e a stare insieme prima ancora che quantificare il rendimento di alunni e professori!
Oggi purtroppo causa questa pandemia la camminata è virtuale ma non per questo meno interessante.
Grazie all’amico Edoardo che mi ha evidenziato questa iniziativa alla quale partecipo volentieri.
I CARE
Subito dopo si aggiunge.... " il nostro istituto è ricco di spazi ampi e praticabili,anche all'aperto,che consentirebbero di impostare attività socializzanti ed educative , necessarie perchè i nostri alunni si possano ritrovare in sicurezza."
Tradotto io leggo soltanto doposcuola per ripianare le differenze e scuola anche all'aperto per una maggiore sicurezza.
Benissimo anche a Barbiana in estate andavamo a fare scuola al Fosso dei Tigli !
Pagina 59 di Lettera a una professoressa è sempre attualissima e la proposta dei 25 insegnanti non è altro che il Doposcuola per aiutare gli ultimi.
Grazie, SIAMO in MARCIA !!!
Simone Weil, amica intima di don Lorenzo Milani.
... attenderemo la prossima marcia
È così che viene trasmessa speranza, sentimento che non dovrebbe mancare nella vita di ogni essere umano. La speranza insegna a sognare e Don Milani ha dato modo ai piccoli di Barbiana di sognare un futuro migliore. In una realtà così povera dal punto di vista economico e direi anche dal punto di vista affettivo, è difficile avere speranza, eppure lui ci è riuscito. Nonostante vari ostacoli sociali ma anche personali, dal momento che si ammalerà di tumore, lui non si fermerà davanti all’ingiustizia.
Credo che il messaggio di Don Milani sia ancora oggi attuale, proprio per quanto riguarda la situazione che tutti noi stiamo vivendo. Nonostante l’oggettiva gravità dell’emergenza, credo ci sia un lato positivo in tutto ed é giusto coglierlo sempre. La quarantena è stato un momento in cui tutti si sono fermati, o meglio quasi tutti. Coloro che hanno avuto il privilegio di poter stare a casa, senza correre rischi, hanno avuto modo di riflettere su tante cose, che spesso la vita frenetica nasconde. Alcuni hanno potuto godersi del tempo in più con i propri figli, quel tempo che il lavoro rubava, altri sono rimasti da soli e hanno potuto riflettere sul proprio futuro. Insomma ogni persona ha subito un cambiamento dentro di sè. Sono certa che negli anni a venire ci rimaranno i ricordi di ciò che ci ha lasciato questo momento e lo racconteremo a propri figli o nipoti. Mentre al telegiornale ogni giorno vengono mandate in onda notizie frustranti, c’è chi si è rimboccato le maniche e si è posto in primo piano nell’emergenza. Quando ne usciremo, dobbiamo rendere grazie a tutti loro, che non hanno mai perso la forza di volontà e hanno combattuto affinchè tutto torni alla normalità, così come Don Milani non si è fermato davanti all’ingiustizia.
la resilienza ci riporterà verso un cammino giusto.
I CARE !!
I CARE sempre.
Grazie Don Lorenzo.
4C LSU Pistoia
Ricordo tutti i miei alunni,i loro sorrisi, i loro sguardi fiduciosi, le loro difficoltà.
Ho dato molto, ma ho ricevuto assai di più.
Mi mancano per tutto l'affetto che mi hanno donato.
Non ho mai partecipato alla Marcia, ma almeno virtualmente quest'anno ci sono anch'io.
Una grande iniziativa che ci unisce in questo periodo difficile
Mi sta a cuore I CARE !
specialmente in un momento così difficile
I care!
Ma come avevamo saputo di Don Milani? Un paio di anni prima, novembre 1962, si andava spesso, io, Emilio ed altri ancora, a trovare delle amiche al Forlanini, ospedale di Roma. Un pomeriggio una di loro, Enza, ci disse: "Vedete quel signore che passa, è un prete, ve lo presento". Era Don Silvano, e lì cominciò a raccontarci, seguitando così in tanti altri pomeriggi, della sua parrocchia di Colonnata, della "chiesa " di Firenze, di La Pira, Elia Della Costa, Don Facibeni, Don Corso Guicciardini, e di Don Milani e della sua scuola. Di don Lorenzo ci raccontò un po' della sua vita, del suo carattere, l'impegno, il rigore, il modo di fare scuola; io me lo immagginavo somigliante ad un mio professore di filosofia, un po' anziano, severo, rigoroso.
Quel lunedi 14 settembre si arrivò a Barbiana alle tre del pomeriggio, lui sulla sdraia, già molto malato, la sua tonaca un po' sdrucita, la barba rada e appena un po' lunga, il volto sereno, un sorriso arguto, i suoi ragazzi tutti intorno, stava leggendo il giornale sotto la pergola. Con mio stupore subito scomparve da me quell'immagine un po' burbera che mi ero fatto. Ci sedemmo e disse subito: "Franca non sapevo che avessi due amici preti!",noi eravamo in talare. Seguitò a "fare scuola". Ricordo tanti argomenti e cose dette in quel pomeriggio, direi parola per parola, e poi l'Eda, premurosa, semplice, umile, materna, e la Messa detta verso la fine della serata, e quando l'Eda venne a contare quanti si era per cenare, senza neanche chiederci se volevamo restare, e quella grande stanza dove si mangiava tappezzata di immagini, di grafici colorati, di oggetti.
Ma nel cuore di quel pomeriggio mi resta, quasi come un dono, questo breve episodio: l'Eda porta a Don Lorenzo un bicchiere con una medicina e l'appoggia sul tavolo, Marcellino, che sta accanto a lui, il più piccolo degli "scolari", cinque o sei anni, un po' ritardato, sporco di moccio, prende il bicchiere e se lo porta alla bocca, e l'Eda che lo rimprovera, e Don Lorenzo che dice."lascialo stare, quello che fa guarire non è la medicina ma è il moccio di Marcellino!"
Da quel giorno sono stato, per tre mesi almeno, con la mente e il cuore pieni di pensieri, riflessioni, domande, confronti, inquietudini, e poi il ricordo della sua dedizione totale, dell'amore per i suoi ragazzi e la sua "presenza" sono stati con me per sempre.
Altre tre volte sono salito a Barbiana, sempre accompagnato e accompagnando amici e ragazzi del nostro gruppo per incontrare Don Lorenzo e la sua scuola, erano gli anni in cui scrivevano la Lettera a una professoressa, tra loro c'era Sandro che poi avrebbe lavorato per diversi anni all'ENEL, è stato testimone del mio matrimonio e poi prete, ora parroco in Belgio. Dopo la sua prima volta a Barbiana mi disse che aveva visto un profeta del Vecchio Testamento, e addirittura pensava che anche Gesù, il Cristo, doveva essere così,in quel modo.
L'ultima salita a Barbiana, il giorno dopo della morte di Don Lorenzo, provenivo da Roma con mia sorella Maria Grazia, diciassette anni, arrivammo in via Masaccio mentre la bara usciva dal portone, salimmo subito sulla macchina di Mario Rosi, con la Luana e il figliolo Lorenzo e accompagnammo con quel lungo corteo Don Lorenzo alla sua Barbiana, dove fu deposto su quel tavolo, nella sua scuola, e inorno a quel tavolo tante persone a cui stava dicendo ancora tante parole, ed avrebbe seguitate a dirle fino ad oggi.
E la mattina dopo ancora salire a Barbiana per quel funerale, per quel cimitero, nel silenzio, dolore, speranza, gratitudine affetto.
Ho voluto ricordare alcuni nomi di persone, pensando di non violare la loro riservatezza, perchè per me il loro incontro, la loro amicizia, la loro frequentazione sono stati come "segni" per la mia vita, come "messaggeri" per me, come "angeli" portatori di buone notizie.
Io poi sono stato insegnante, di educazione artistica, ho "fatto scuola" cercando di "coinvolgere" sempre ragazzi e ragazze, facendo lavorare tutti, anche i più difficili, proponendo e offrendo loro, impegno, entusiasmo, stupore, collaborazione, bellezza, "facendo" le cose, sporcandosi le mani, mirando sempre in alto. Devo molto a Don Lorenzo, gratitudine e affetto.
Quando parla del suo modo di fare scuola cercando di "coinvolgere" tutti i propri studenti in lavori anche difficili, anche sporcandosi le mani, ho ritrovato in tutto questo proprio quello che a Barbiana si faceva.
COINVOLGIMENTO nel colorare le cartine della Palestina per poi venderle e così pagarsi il viaggio a Roma, allo Zoo fu il primo progetto offertoci nel lontano dicembre 1954 su a Padulivo .
Spero che un TAVOLO durante questa Marcia di Barbiana 2020-virtuale si possa aprire proprio per conoscere altre situazioni e soluzioni che molti insegnanti stanno adottando o se ora in pensione, adottavano quando erano in attività.
Spesso rifletto su questa frase…
La scuola DEVE essere un luogo delle diversità e delle somiglianze perché è un diritto per tutti
La scuola DEVE essere un luogo di apprendimento morale ed esperienziale.
La scuola DEVE essere un luogo di affetti, di compagnie e relazioni.
La scuola DEVE essere un luogo di condivisione.
La scuola DEVE regalare risposte ai bisogni reali di TUTTI gli alunni.
Nella consapevolezza che questo è il nostro compito, continuiamo a sostenerci, a "distanza", così manteniamo in vita il motto:I CARE!!!
Nell'occasione di questa marcia virtuale, sensi di stima e gratitudine agli organizzatori e un saluto caro e un abbraccio a Mario Rosi e a tutti gli amici di Calenzano e Barbiana.
Mi riferisco all'episodio del moccio e della caramella.Del primo ne parla Stefano Rondina ,che scrive:
" Ma nel cuore di quel pomeriggio mi resta, quasi come un dono, questo breve episodio: l'Eda porta a Don Lorenzo un bicchiere con una medicina e l'appoggia sul tavolo, Marcellino, che sta accanto a lui, il più piccolo degli "scolari", cinque o sei anni, un po' ritardato, sporco di moccio, prende il bicchiere e se lo porta alla bocca, e l'Eda che lo rimprovera, e Don Lorenzo che dice."lascialo stare, quello che fa guarire non è la medicina ma è il moccio di Marcellino!"
Del secondo ,quello della caramella, che forse non si conosce, né parla Peppe dell' Acqua,discepolo di Basaglia.
Scrive lo psichiatra triestino:
"Il primo giorno mi presento al manicomio di Colorno(Parma).Mi sento come se qualcuno mi avesse bastonato..Mi dicono di aspettare nel reparto uomini,tra un centinaio di persone che si muovono senza meta.C'e' un odore penetrante,odore di urina,di cibo fermentato,di sudore; odore triste dei luoghi di reclusione. Mi verrebbe voglia di fuggire.Poi arriva Marie-Claude Amieux,psicologa che lavora con Franco.E' giovane,bella,al posto del camice indossa un vestito elegante...Lavora in quel reparto,in mezzo allo sporco,ai residui di cibo,al tanto di urina.I malati le parlano,la toccano,uno di loro le porte una caramella. Lei la scarta e se la mangia ,e mentre ringrazia il paziente a me sale un conato di vomito.Mi prende sottobraccio e mi accompagna in una stanza,dove Basaglia sta tenendo una riunione con i medici...All'improvviso mi si presenta davanti un mondo nuovo".
Piccoli particolari ,per dire , del cambiamento morale e civile introdotto da questi due giganti della fede ...nell'umanità nello stesso periodo.
Una fede che si fa "I care" ,nel senso evangelico, dinnanzi al moccio di Marcellino e che si fa liberazione delle gabbie,attraverso una caramella donata da un matto.
Storie dei minimi,storie di liberazione.
Con paziente lavoro di scrittura collettiva i ragazzi dell'oratorio S.Zeno di Treviglio hanno elaborato i MANIFESTI dei diritti delle città,della terra,della scuola:realtà che "ci stanno a cuore".
Dal manifesto della scuola al punto 7:"una scuola solida come le querce del Libano dove tutti sono responsabili gli uni degli altri,dove nessuno dice "io non ho bisogno di te",dove tutti portano il loro mattone per costruire il bene comune che è il bene di ogni uomo e di tutto l'uomo".
Chi volesse leggerli li trova in testa alla pagina.
Sono soltanto 3. (tre)