Classe 5 B di Modena in visita il 4 nov.2019 a San Donato e Barbiana
CLASSE 5^ A Dalle verifiche del 22/10/ 2019…
D. B.: dare gli strumenti intellettuali per sviluppare una coscienza civile. Le conoscenze apprese devono essere funzionali alla vita degli alunni. L'insegnante tiene conto delle specificità e dei bisogni di ogni alunno; mantiene una logica di equilibrio nella richiesta didattica. No alla logica deterministica della scuola classista.
F. A.:: alimentare il desiderio di conoscenza degli alunni. Leggere il proprio presente e futuro con un approccio critico e secondo diversi punti di vista. Essere scossi dall'ideale e dalla forza morale che emerge dagli scritti di don Milani. Comportamento burocrate e indifferente della professoressa della Lettera. Scuola: istituzione discriminatoria che sceglie i migliori emarginando quelli in difficoltà .
L. B. : diventare cittadini autonomi e attivi, capaci di capire e arginare le ingiustizie e di far prevalere i propri diritti. I figli degli operai e dei contadini hanno ritmi e tempi diversi di apprendimento
D. C. : l'insegnante non è cieca alle richieste di aiuto delle classi meno abbienti. Importanza del lavoro di gruppo. Don Milani si oppone a uno studio nozionistico. Conoscere la lingua per guardare la realtà in senso critico. Chi ha il potere teme l'istruzione perché può aumentare la consapevolezza anche delle classi più povere.
A. C. : Essere padroni della propria vita, consapevoli della realtà sociale circostante e combattere le ingiustizie. Chi ha avuto la sfortuna di nascere in condizioni più sfavorevoli dovrebbe essere maggiormente aiutato, non allontanato. Cittadini autonomi e pensatori. Dare uno scopo al proprio percorso di studi. Risvolto concreto e attuale dell'istruzione (lettura giornale). Se l'alunno non riceve le “carte giuste” potrebbe non riuscire a destreggiarsi nella vita. aper far nascere le domande.
G. C. : Allontanarsi dai formalismi e dal nozionismo.La parola rende liberi. Va supportata dall'esempio. nche oggi crisi etica. L'insegnante deve tener conto delle circostanze
A. S. : La scuola di Barbiana nasce da una profonda emergenza educativa.Parola: strumento di riscatto sociale. A Barbiana nessuno è negato per gli studi. I care: mi sta a cuore (per l'insegnante) vuol dire conoscere il ragazzo, la sua famiglia, le sue condizioni… . Nell'odierna società narcisistica e individualista il benessere dell'altro e l'I care passano in secondo piano.
L. F. : Parola: strumento contro ingiustizia e manipolazione. Contro il determinismo sociale che vede vittime le persone più svantaggiate.
G. G. : Poter comunicare ed esprimere idee vuol dire avere uno strumento di potere che ti permette di trovare altri che la pensano come te e poter cambiare qualcosa. Lo studente passa ore a studiare cose che forse non gli saranno mai utili. Sensibilizzare gli alunni su problemi reali. Dove c'è un bocciato o un analfabeta l'insegnante deve “esserci di più”!
I. A. : Alunni capaci di apprendimento attivo e di giudizio critico. Combattere diseguaglianze sociali e dispersione scolastica. Obbedienza critica . Conseguire un miglioramento della propria e della altrui condizione . Diversificazione di trattamento da parte degli insegnanti . La scuola non deve portare avanti logiche di diseguaglianza, stereotipi e pregiudizi
M. L. : L'opera di don Milani è altamente rivoluzionaria. A Barbiana né voti né esami, né bocciature. Mutuo insegnamento . Il maestro deve insegnare a vivere
M. P. : La scuola con il suo sistema (classi, voti, bocciature) crea emarginazione sociale. L'educazione viene concentrata su formalismi inutili
L. P. : Intelligenze multiple: l'insegnante dovrebbe riconoscere quella del suo alunno e far leva su quella per farlo apprendere. Prete innovatore, perseverante, senza peli sulla lingua. No all'apprendimento mnemonico che porta ad uno sterile accumulo di nozioni
A. V. : Lettera a una professoressa è dedicata ai genitori degli alunni bocciati che non comprendono le dinamiche dell'istituzione scolastica. Affinati: “L'insegnante tiene gli occhi fissi sui suoi alunni” e Luana, alunna di don Milani, ci ha detto che don Milani aveva “ gli occhi a punta” e ci guardava dentro.
C. S. : Le dinamiche di immigrazione, di storie culturali diverse non sono tenute in considerazione dalla istituzione scolastica. Senza la lingua un ragazzo si troverà confinato nella realtà circoscritta dei suoi genitori. I care dovrebbe essere lo spirito guida di ogni insegnante .
C. Y. : oggi nella scuola c'è più dialogo e discussione, deve diventare sempre più il luogo dove i ragazzi crescono e vengono educati . Non ci sono insegnanti capaci di motivare gli alunni e gli alunni sono sempre più passivi . Se un prof svolge quello che considera come un mestiere è senza sentimenti, senza emozioni, è freddo.
R. L. : la scuola di Barbiana è la scuola della parola.
S. Z. : la grande opportunità è imparare ad imparare. Nella scuola ci sono metodi invariati nel tempo . Mutuo aiuto: l'alunno più vecchio ha 14 anni, quello più giovane ne ha 6.
Riflessioni sull'esperienza a S. Donato di Calenzano e Barbiana.
"A Barbiana tutti i ragazzi andavano a scuola dal prete. Dalla mattina presto fino a buio estate e inverno. Nessuno era negato per gli studi"
- Luana, Mario, Giovanni, Enzo, in una parola : "i Gianni"-
Ascoltando le loro testimonianze abbiamo avuto la preziosa opportunità di riscoprire la figura di Don Milani È stato un po' come incontrare Don Milani stesso. È rivissuto per un attimo, attraverso le parole, le esperienze dei suoi ragazzi. Calenzano e Barbiana, apparentemente due piccoli borghi insignificanti, che racchiudono oggi come allora, ricchezza…. per chi la sa cogliere e valorizzare. Per coglierla ci vuole interesse. Don Milani lo sapeva bene. Confinato nell'Appennino toscano per essere zittito, la sua voce ha avuto ancora più risonanza. Gli ideali di S. Donato, così come quelli della Scuola di Barbiana, erano quelli di costituire un'istituzione inclusiva, con il fine non di selezionare, ma piuttosto di rimuovere le differenze che derivano da censo e condizione sociale. C'è un unico strumento in grado di andare oltre ogni tipo di limite sociale e culturale: la parola "Io vi devo dare la parola perché con la parola siete padroni di voi stessi" - Mario Rosi "Per combattere le ingiustizie bisogna essere sovrani diceva Don Milani. Bisogna possedere la parola. Non la parola e basta, ma la parola supportata dall'esempio" –
Giovanni Bellini "Non si deve sapere per noi stessi ma insegnare quello che si sa agli altri" –
Mario Rosi "Bisogna pensare al benessere materiale degli altri. Ci ha insegnato questo" –
Giovanni Bellini "Si è preso a cuore i ragazzi e le loro famiglie. Voleva bene, dava amore" –
Luana "Ci siamo sentiti figlioli di Don Lorenzo. Ci ha cambiato la vita" - Quanto è ancora capace di parlarci questa figura straordinaria? Le ingiustizie ancora oggi purtroppo sono all'ordine del giorno. Esistono ancora tanti Gianni, ma chi sembra non esistere più sono le figure come Don Milani, disposte ad interessarsi, e a farsi carico delle difficoltà del più debole. I care, o Me ne frego? Nella società di oggi sempre più narcisista e individualista, pensare al benessere dell'altro, in una logica di uguaglianza e solidarietà, è diventato un'eccezione. Non bisogna tuttavia generalizzare. Seppure eccezionalmente, esistono oggi, numerose associazioni volte all'istruzione e al supporto di tutte le persone che vivono in condizioni di precarietà ed emarginazione. In questo senso la voce di Don Milani, riecheggia ancora oggi con l'Associazione di Volontariato "Gruppo Don Lorenzo Milani" onlus Calenzano, fondata dagli ex allievi della scuola popolare di Don Lorenzo a S.Donato per aiutare gli ultimi. Ciò che mi ha colpita di più, è stato vedere negli occhi di questi ragazzi ancora la speranza e la forza di aiutare il prossimo, il più debole, come lo erano loro.
A. . La scuola di oggi sembra per alcuni aspetti non essere cambiata molto rispetto al sistema scolastico criticato da Don Milani. Cara Professoressa, Sono solo un voto per lei o ha mai quantomeno provato a pensarmi al di fuori della scuola? A lei interessa solo se io ho studiato il capitolo 2 e il capitolo 3 della sua materia, ma mi ha mai chiesto in quali valori credo? Come sto? Come sta la mia famiglia? Si chiede perché non le facciamo mai domande, perchè non interagiamo. Ma per fare domande ci vuole interesse e curiosità. Forse ci manca questo. Dice sempre che non ha tempo, che deve finire il programma, ma qual è il programma più importante? Quello della sua materia o quello della nostra vita?
A. S. - A. I. - L. F. - S. Z. - Classe 5B
-Lettera a una professoressa del XXI secolo-
“ Salve professoressa,
le sembrerà strano ricevere una lettera e non un messaggio su telefonino, eppure credo che questo sia il modo migliore per questa situazione. Proprio l'altro giorno sono stata con le mie compagne di classe a vedere la scuola di San Donato di Calenzano e quella di Barbiana, tutte e due fondate da Don Lorenzo Milani. Non può capire la sensazione che ho provato nello stare in quelle stanze e di sedermi su quei banchi sui quali tanti anni fa, alcuni ragazzi, tra cui Mario Rosi, Enzo Brunetti, Giovanni Bellini, Piero Cantini, e anche Michele e Francuccio Gesualdi, ricevevano un'istruzione da parte del priore. Sa la cosa che mi è rimasta più impressa? La fatica per percorrere la salita che bisogna fare per raggiungere quella scuola; fatica che alcuni ragazzi facevano ogni giorno pur di imparare qualcosa di nuovo. Al giorno d'oggi questa forza di volontà si sta perdendo, ma non deve essere così. Noi studenti dobbiamo essere mossi dalla volontà di imparare e di arricchire il nostro bagaglio culturale, non dobbiamo impiegare del tempo a studiare per aggiudicarci il voto più alto, ma per una questione personale. Mi chiedo perché i voti non siano ancora stati aboliti, in fondo a cosa servono ? Creano solamente competizione tra noi studenti e poi i voti non fanno le persone, noi non siamo solamente dei numeri. Tornando alla forza di volontà che caratterizzava i ragazzi di Barbiana e che oggi si va perdendo di giorno in giorno, io una soluzione per questo ce l'avrei: probabilmente se si trattassero argomenti attuali, o comunque recenti, aumenterebbe sicuramente l'interesse di tutti i miei compagni. Scommetto che se parlassimo del fenomeno dell'immigrazione, di cui l'Italia è protagonista da diversi anni, anche la Ferretti dimostrerebbe un minimo di interesse, e in quel caso per la prima volta si sveglierebbe da quel letargo profondo che la porta a dormire per tutte le ore con la testa appoggiata sul banco in ultima fila. Come fece Don Milani con i suoi ragazzi, bisognerebbe dedicare più lezioni alle conversazioni collettive, cercando di risolvere i problemi attuali. Invece, ancora oggi, la scuola è slegata dalla vita reale e l'apprendimento pratico viene messo da parte per lasciare spazio a un metodo educativo ancora troppo mnemonico, basato sulle lezioni frontali. Questo è profondamente sbagliato, bisognerebbe integrare le lezioni tradizionali con attività di laboratorio, noi studenti dobbiamo essere in grado di operare in situazioni diverse. Secondo il mio punto di vista, bisogna apprezzare e valorizzare la creatività, così come il “mutuo insegnamento”, metodo che anche Don Milani applicò nella sua scuola. Ora la lascio andare, le ho già rubato troppo tempo che sicuramente starà impiegando per correggere le nostre verifiche sulla storia dell'800. Scusi, ma perché invece di parlare del progetto politico di Napoleone, non abbiamo parlato di Carola Rakete oppure delle decisioni di Donald Trump ? Le chiedo scusa se le sono sembrata troppo furiosa, ma semplicemente vorrei che il sistema scolastico odierno migliorasse, e per fare ciò secondo me bisognerebbe mettere in atto alcuni concetti del metodo educativo del priore fiorentino. Ricevere una formazione integrale, come quella di cui Don Milani si fece portavoce, garantisce a tutti la possibilità di raggiungere lo stesso grado d'istruzione e in questo modo anche chi proviene da una famiglia di ceto basso può diventare medico, senza vedersi sfumare il suo sogno tra le mani, perché il suo posto è stato occupato da figlio di un medico. Concludo riportando una frase di Don Milani, contenuta nel libro Lettere a una professoressa, il quale afferma che “Se si perde loro (gli ultimi) la scuola non è più scuola. E' un ospedale che cura i sani e respinge i malati”. Ebbene sì, la scuola deve accogliere chiunque e dare a tutti la possibilità di perfezionarsi, senza respingere nessuno per qualsiasi motivo : sesso, etnia, orientamento sessuale, provenienza, livello economico, lingua o religione .
E. M. - 5^ E